Il fossile è catastrofe assicurata: lo ha detto il Segretario Generale ONU Antonio Guterres
Antonio Guterres, Segretario Generale ONU, lancia un nuovo appello per il clima: “Dipendere dal fossile è catastrofe assicurata”.
Nel suo intervento online di lunedì in apertura della “Economist’s Sustainability Week“, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lanciato un nuovo appello per il clima. La dipendenza dal fossile è catastrofe annunciata, un concetto oramai noto almeno dalla Conferenza di Parigi di 6 anni fa, ma che il Segretario ONU ha ritenuto necessario ribadire.
Inoltre, il “bla bla bla” della COP 26 dello scorso ottobre, così definito da Greta Thunberg perché annacquato da greenwashing e oscurato dalla pandemia, è stato un risultato minimo. Un risultato molto al di sotto delle aspettative per far fronte concretamente alla sempre più urgente crisi climatica. Anche Guterres ne è consapevole e si è riferito a quei risultati dicendo che il pianeta è uscito dal vertice di Glasgow con “un certo ingenuo ottimismo” e sta “camminando da sonnambulo verso la catastrofe climatica”.
A che punto siamo dopo gli Accordi di Parigi e la COP26?
A Parigi nel 2015 gli accordi prevedevano l’impegno dei governi nel prendere tutte le contromisure possibili per contenere l’aumento della temperatura non oltre i 2° centigradi, fissando la soglia massima accettabile a 1,5°. Guterres ha ricordato che:
“Secondo gli attuali impegni nazionali, le emissioni globali dovrebbero aumentare di quasi il 14% negli anni ’20”.
Di fatto però:
“Solo l’anno scorso, le emissioni globali di CO2 legate all’energia sono aumentate del 6% ai livelli più alti della storia. Le emissioni di carbone hanno raggiunto livelli record. Stiamo camminando nel sonno verso la catastrofe climatica”.
Con la guerra in Ucraina si rischia il regresso energetico
Da un mese a questa parte ci si è messa anche la guerra in Ucraina. Non solo il clima è passato in ultimissimo piano ma addirittura si rischia di tornare indietro a misure energetiche che addirittura si era pensato di bandire: l’utilizzo di fonti fossili, soprattutto del carbone.
Guterres, oltre ad aver fortemente condannato la guerra e aver fatto un appello perché cessi subito, ha parlato anche del problema energetico:
“Le ricadute della guerra russa in Ucraina rischiano di capovolgere i mercati alimentari ed energetici globali, con importanti implicazioni per l’agenda climatica globale. (…) Poiché le principali economie perseguono una strategia ‘vedi come sopra’ per sostituire i combustibili fossili russi, misure a breve termine potrebbero creare dipendenza a lungo termine dai combustibili fossili e chiudere la finestra dei 1,5°”.
Ed ha aggiunto:
“I paesi potrebbero essere talmente consumati dall’improvviso vuoto di approvvigionamento di combustibili fossili da trascurare o mettere in ginocchio le politiche per ridurre l’uso di combustibili fossili. E questa è follia: la dipendenza dai combustibili fossili è una distruzione reciprocamente assicurata”.
I commenti di Guterres arrivano in un momento in cui diverse grandi economie, inclusa l’Unione Europea, i governi stanno cercando di trovare modi per ridurre la loro dipendenza dagli idrocarburi russi. Lo stesso Governo italiano si è pronunciato al riguardo mettendo tra le opzioni anche quella di tornare ad aumentare i livelli di utilizzo del carbone.
Il fossile è catastrofe, è follia: Guterres avverte gli industriali
Gran parte delle responsabilità di questo stallo energetico, per non dire potenziale regresso, sono delle industrie fossili che dovrebbero aiutare la transizione e invece restano ancorate alla propria convenienza.
Antonio Guterres ne ha parlato:
“Quelli del settore privato che finanziano ancora il carbone devono (…) essere tenuti a rispondere. (…) Il loro sostegno al carbone non solo potrebbe costare al mondo i suoi obiettivi climatici. (…) Ma è un investimento stupido, che porta a miliardi di attività incagliate”.
Il Segretario Generale ONU anche avvertito che è assolutamente necessario “porre fine ai sussidi ai combustibili fossili e fermare l’espansione dell’esplorazione di petrolio e gas”. Ma che purtroppo “anche l’azione più ambiziosa non cancellerà il fatto che la situazione è già brutta. In molti casi, e in molti posti, è irreversibilmente brutta”.
Il genere umano si trova sempre più costretto ad un crocevia. La strada che verrà presa sarà decisiva come mai nella storia per le sorti del pianeta e dei suoi abitanti. La speranza è che il momento in cui governanti e le industrie fossili capiranno che il pianeta è il tetto comune, l’unico che abbiamo, arrivi prima di aver passato il punto di non ritorno.
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