ENI denunciata per Greenwashing: piano industriale inadeguato
ENI, denunciata per greenwashing dai legali di un gruppo di associazioni e movimenti, non avrebbe un piano industriale adeguato. Perché?
Utilizzata da diversi tipi di aziende e dalla politica, la strategia del greenwashing è la peggiore minaccia alla Transizione Ecologica.
In tutto il mondo i governi cominciano a legiferare per la Transizione Ecologica e fioccano Green Deals. Resta pochissimo tempo per invertire la rotta, gli obiettivi per bloccare il surriscaldamento globale vanno raggiunti nel 2030. Ma come si suol dire, “fatta la legge, trovato l’inganno”, quando trasparenza ed etica fanno già fatica ad essere compatibili con il sistema economico del nostro tempo, concentrato nel profitto a tutti i costi.
Cosa è il Greenwashing
L’inganno dunque che rischia di impedire la Transizione Ecologica è Il greenwashing. Si tratta di una vera e propria strategia di comunicazione e di marketing utilizzata per darsi una patina di credibilità ambientale. Una tendenza nata alla fine degli anni ’80 che è andata crescendo inesorabilmente di pari passo con la sensibilizzazione nei confronti dei problemi ambientali e climatici. Soprattutto negli ultimi anni, hanno attuato la strategia del greenwashing i giganti industriali più inquinanti e anche la politica.
Aziende, multinazionali e alcuni governi hanno risposto alle risoluzioni delle conferenze mondiali per il clima con dei piani di conversione ecologica “specchietti per le allodole”. Questo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle attività di impatto negativo sull’ambiente che continuano a svolgere.
In particolare, i giganti estrattivi di fonti fossili sono le realtà più chiamate ad una reale e radicale conversione. Gli occhi sono tutti su di loro e la loro collaborazione è fondamentale. Ma purtroppo sembra che ancora siamo lontani dalla consapevolezza che tutti dovremmo acquisire. La denuncia ad ENI per greenwashing ne è testimonianza grave.
Eni denunciata per greenwashing
Un gruppo di associazioni e movimenti, dunque, ha denunciato ENI. I legali ambientali Luca Saltalamacchia, Michele Carducci e Veronica Dini hanno presentato un’istanza al Punto di Contatto Nazionale dell’OCSE per denunciare l’inadeguatezza del piano industriale dell’azienda estrattiva rispetto agli impegni internazionali contro l’emergenza climatica.
ENI è la multinazionale petrolifera al primo posto tra le realtà inquinanti in Italia e al 30° come emettitore di Co2 nel mondo. L’aspetto che aggrava la denuncia è che lo Stato italiano ne è l’azionista di maggioranza, per questo è ancor più chiamata a contribuire alla battaglia contro il cambio climatico e alla Transizione Ecologica. I capi della contestazione a suo carico evidenziano invece tutt’altra tendenza, purtroppo.
GreENIwashing, cosa viene contestato a ENI
Quali sono dunque le accuse ad ENI, denunciata per greenwashing?
- ENI ha presentato un piano strategico che non prevede di tagliare a sufficienza le emissioni nei prossimi anni ma anzi di aumentare ancora di più la quantità di petrolio e gas estratti;
- il piano inoltre non ha una valutazione di impatto climatico delle attività d’impresa e non fornisce informazioni trasparenti e adeguate;
- manca un piano di prevenzione e mitigazione dei rischi, come invece previsto dalle Linee Guida dell’OCSE per le imprese multinazionali.
Le organizzazioni promotrici sono: Rete Legalità per il clima, A Sud, Forum Ambientalista, Generazioni Future – Cooperativa di mutuo soccorso, Fridays for Future, Extinction Rebellion Milano, Per il clima fuori dal fossile, Emergenzaclimatica .it, Europa Verde, Greens/ALEa al Parlamento Europeo, Diritto Diretto.
La giurisprudenza sta colmando il vulnus giuridico in ambito ambientale che è inaccettabile in un momento in cu il pianeta è devastato da disastri climatici. La speranza è che le sentenze di litigation contro i governi inattivi e contro le multinazionali inquinanti siano pietre miliari per il cambiamento.